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25 novembre: Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne

Oggi 25 novembre è la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne e oggi ho voglia di far sentire la mia voce.
La violenza si nasconde spesso dietro storie di ordinaria follia familiare e il suo urlo è schiacciato dalla paura, dalla solitudine e dall’indifferenza.
La stessa indifferenza nemica di un’altra violenza, quella subita da tutte le donne che lottano ogni giono contro le continue discriminazioni, spesso alimentate da altre donne che cercano identità e riconoscibilità attraverso la svendita di se stesse.
Violenza è negare il naturale diritto di integrazione delle donne nel tessuto sociale e professionale.
Violenta è una legislazione incancrenita che imbavaglia la naturale evoluzione della collettività.
Violenta è una comunicazione che parla per stereotipi.
Violenta è la politica che non riconosce alle donne le loro capacità di leadership.
Violenti sono i valori imposti da un’educazione retrograda e ottusa di fronte alla potenza creativa e rivoluzionaria delle innovazioni economiche sociali e tecnologiche.
Violenta è la mentalità che non vede nella maternità un valore aggiunto che per di più consente di delineare strategie di efficienza e concretezza anche in ambito lavorativo.
Violente sono le politiche del lavoro che costringono le donne a delle scelte obbligate che moritificano le carriere.
Per tali ragioni vorrei segnalare alcune realtà di donne che si sono messe insieme e, attraverso la rete, propongono nuovi modelli culturali mai così vicini alla naturalità della vita.

DonnePensanti

Senza donne

Mamme acrobate

Diario di una femminista

Popolo Rosa

Mestiere di mamma

Mamme nella rete

Girl Geek Life

la mailing list di donne@softwarelibero.com

Il corpo delle donne

E in una giornata come questa può avere un significato in più rivedere le immagini del documentario di Lorella Zanardo Il corpo delle donne.

P.S. Sul web è pieno di altre realtà, se le conoscete vi pregherei di segnalarle.

#GGDcamp, un nuovo format per le GGD Bologna

Le GGD Bologna hanno sperimentato un nuovo format per raccontare la diffusa Paura della Rete, un tema importante e un problema contingente, che ha bisogno di essere analizzato in tutte le sue sfumature per riuscire a capire quali possano essere gli interventi da attuare al fine di svelare la più elementare delle verità e cioè che la rete può essere innovazione, progresso ed emancipazione.

La tecnofobia è un disturbo che si fonda sulla paura del cambiamento sociale e che in ogni società ha delle spiegazioni endemiche e specifiche.
La rete fa paura perchè informa, perchè mette le verità, anche quelle più scomode, alla portata di tutti e ha una velocità di propagazione delle informazioni che non è controllabile

Tante voci fanno il pensiero critico e il pensiero critico porta al cambiamento.
I modelli di business (dell’industria editoriale, discografica, cinematografica, delle grandi aziende,dei governi, delle lobby…) non possono più esimersi dalla necessità di essere ridisegnati. Ma ecco che gli equilibri si scompaginano, i privilegi vengono a mancare e le certezze perdono di consistenza, nel bene e nel male.
La paura del confronto cancella il valore della condivisione e rallenta il naturale progressivo corso dell’umanità che, fortunatamente, ha ormai preso una direzione dalla quale non può più tornare indietro.

Programma ggdcamp

“Il cromosoma X e la sua capacità di autoriproduzione”

Lella CostaOggi è la giornata di webalfemminile.it, una maratona di 24 ore dedicata alle donne e al loro rapporto con la tecnologia, raccontata attraverso dibattiti, videodomande, testimonianze “VIP”, docufiction, sitcom e video aggiunti da gli utenti.

Ho dato una sbirciata al sito e ho trovato testimonianze importanti sull’imprenditoria femminile, come il piccolo ma grandioso progetto abruzzese di ilcapoluogo.it, giornale on line gestito da donne che hanno documentato attraverso l’uso dei nuovi media, la tragedia del terremoto dell’Aquila dello scorso aprile. “Abbiamo aggredito il mondo dal nostro piccolo container” affermano con orgoglio e coraggio Maria Cattini e Roberta Galeotti, vincitrici del premio DonnaèWeb 2009.

E poi interessanti presentazioni di progetti che prevedono l’integrazione tra il web e la didattica tradizionale nelle scuole e la valorizzazione della padronanza nella gestione della rete per la nascita di progetti di imprenditoria femminile. Il web ha snellito la burocrazia e consente di iscriversi on line alla camera commercio, aprire partite IVA e confrontarsi nei forum e nelle community con altre esperienze di buisness al femminile. Per non parlare poi dell’accesso a delle vere e proprie guide on line che orientano le imprenditrici anche anche nella ricerca di  finanziamenti e sgravi fiscali.

C’è chi parla di un aumento delle fiducia in se stesse, chi di reazione a un mercato del lavoro ostile, fatto sta che le statistiche raccontano di donne che usano internet per comprare e gestire le proprie vacanze, acquistare libri e riviste, sottoscrivere abbonamenti a corsi di formazione e addirittura si preferisce il web al sesso… (di ciò, però, non ne farei un vessillo di orgoglio femminile… ma questo è un altro campo di ricerca.)
Le giovani donne preferiscono di gran lunga navigare in rete piuttosto che stare davanti alla tv! Al contrario, agli uomini gli si può togliere tutto, compreso il computer, ma non il televisore!

La strada della parificazione delle opportunità è ancora molto lunga, ma diverse aziende (sul sito si trova la testimonianza della Microsoft) investono sulle donne che ormai occupano posizioni non più esclusivamente nell’ambito del marketing e della comunicazione, ma anche ruoli tecnici e specialistici all’interno del mercato dell’information technology. E sono anche mamme.

Diventa quindi sempre più necessario investire servizi salvatempo (come per esempio gli asili in azienda) che consentano alle donne di organizzare il tempo in maniera funzionale al rendimento lavorativo e alla gestione della propria vita. Altro fattore determinante è la condivisione di best practice tra donne che occupano posizioni di comando e donne all’inizio del proprio percorso lavorativo alla ricerca di modelli di leadership al femminile.
Il diversity managment è quindi una grande opportunità per le aziende che riconoscono le differenze (in questo caso quelle di genere) quali valori aggiunti nella gestione delle risorse umane.

Sul sito si trovano inoltre testimonianze anche inutili e inopportune come quella di Alessia Fabiani che afferma con orgoglio che la showgirl non è  più figura di contorno ma è diventata una donna parlante e pensante nel suo caso anche laureata! O ancora Raul Bova che rivendica il diritto dell’uomo nell’essere unico corteggiatore, e altre sparate su luoghi comuni e amenità varie sul rapporto tra i sessi che più volte si sono esplicitate nella frase “la donna si è evoluta” , cosa che mi ha disturbato non poco. Come se dovessimo essere noi donne felici dell’essere finalmente riuscite a raggiungere l’uomo nel suo processo di evoluzione.

Le parole sono importanti! Ed evoluzione non è sinonimo di emancipazione!!!

“Il linguaggio rende la temperatura sociale dei rapporti che viviamo” recita con eleganza Lella Costa . Il sito offre anche un meraviglioso estratto dello spettacolo Le ragazze che racconta il gioco di potere tra uomo e donna attraverso un’attenta e simpatica riflessione semantica. Lella Costa descrive emblematicamente e con ironia la figura della donna nella storia, nel mito e la sua voglia e il suo desiderio di indipendenza.

La rivendicazione dei nostri diritti è iscritta nella storia dell’umanità, conquistarla con dignità e distinzione, in questo cammino faticoso che dura da troppo tempo, è un nostro dovere. E il web è quello strumento in più che può dare voce alla nostra differenza e quindi al nostro valore.