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Bike Sharing a Roma e il sogno di pedalare attraverso la storia

bikesharingroma.gifOggi ho profondamente amato Roma, di quell’amore fatto di speranza e di compassione. La speranza che il mio voto alle Regionali cada su un soffice e grosso cumulo di schede elettorali amiche, e la compassione verso una città fascinosa, suggestiva, poetica, ma ammantata da un velo di decadenza e trascuratezza che stringe il cuore.

Oggi mi sono iscritta al servizio di Bike Sharing del Comune di Roma che ti dà la possibilità di prelevare le bici dalle rastrelliere dislocate in diversi punti della città e di percorrere le viuzze del centro storico sotto il tiepido sole della primavera romana.
Ci si iscrive presso le Biglietterie Atac autorizzate acquistando una smartcard al costo di 5 euro e poi si scorrazza allegramente su due ruote ecologiche al costo di 50 centesimi l’ora.
Le nostre bici sono funzionanti e la manutenzione sembra essere conforme agli standard richiesti, ma la mia è una sola piccola esperienza che lascia il tempo che trova insieme alle tante polemiche relative a questa attività.
Io la trovo efficiente e di discreta qualità (c’è anche un’app per iPhone).
Si dovrebbe investire molto di più su questo servizio per portarlo anche oltre il centro storico e nei punti strategici della città (università, scuole, uffici pubblici, ospedali) e comunque almeno nelle vicinanze di tutte le fermate della metropolitana. Potrebbe essere così un reale servizio al cittadino e non solo ai  turisti e a chi, come ho fatto io oggi, ha il tempo e il desiderio di fare una bella passeggiata domenicale per la città.

La domenica il tempo scorre più lentamente e la frenesia della quotidianità è solo un lontano ricordo mentre lentamente pedalo tra le antiche vie della mia città. Ma più il sole splende, più il cuore mi si adombra nello scoprire l’incuria e la sciatteria in cui sta sprofondando la Capitale: strade dissestate, traffico selvaggio anche di domenica, un Lungotevere, proprio al livello del fiume, sporco e vergognosamente lercio, alle cui scale si accede solo attraversando una coltre fatiscente di effluvi urinari.
Le grandi metropoli europee, che tutto hanno da invidiare alla nostra Roma,  hanno investito in strutture di svago e divertimento per il cittadino, mentre noi stiamo ancora fermi a una modesta estate romana fatta dalle solite bancarelle e da qualche modesta iniziativa culturale…
E poi angoli sporchi, spazzatura ammucchiata e mai raccolta che interrompe il passeggio e ti costringe a sollevare la bici per poter andare oltre su quella che dovrebbe essere la pista ciclabile del Lungotevere. Amarezza e delusione mi accompagnano mentre riconsegno le bici nella prima rastrelliera che incontro.
Poi passeggio a piedi verso casa, travolta dai rumori degli autobus, le risate dei turisti e le chiassose chiacchierate dei romani che sorridono e corrono verso il centro: Campo de’ Fiori, Piazza Navona e i baretti fashion stanno già preparando i tavolini all’aperto per l’orario dell’aperitivo.
C’è ancora il sole, ma sono già passate le sei..oggi è il primo giorno dell’ora legale e una luce fiabesca illumina i volti della gente, i palazzi antichi di Corso Vittorio, si rifrange sugli specchietti dei motorini e riscalda l’abbraccio di Marco che mi stringe forte e felice di aver trascorso insieme un delizioso pomeriggio nella nostra amata Roma.