R.I.F.F.

riffAnche quest’anno il Roma Indipendent Film Festival ci regala le immagini, spesso innovative, della cinematografia indipendente.
Sono i cortometraggi, con il loro linguaggio essenziale e diretto ad attirare maggiormente il mio interesse.
Ieri ho assisitito all’Italian Short Film 2 e ho scoperto delle piccole, ma anche grandi storie, raccontate spesso con maestria, altre volte attraverso immagini stereotipate e ridondanti.

Alba di Giorgia Farina,  racconta il dolore di una madre per la malattia del proprio bambino il quale, con un salto fantastico, si trasforma in un cavaliere coraggioso che lotta contro un drago malvagio. Animazione e realtà si alternano sullo schermo restituendoci un duello intenso che termina all’alba di un nuovo giorno.

Il Primo Mare, di Antonella Cappuccio, è l’avventura che i figli intraprendono quando lasciano la casa di famiglia per costruirsi la propria vita. Una madre, incapace di accettare l’abbandono, si ritrova al centro di un dialogo frenetico con le proprie bambole che ella stessa crea e cuce, le quali, attraverso racconti, miti e perle di saggezza la portano all’accettazione del naturale distacco. Esplosioni di colore in questo palco dalla scenografia curata in ogni dettaglio e resa ancora più viva dallo sguardo incantato della protagonista, Antonella Attili, che è riuscita ad emozionare nonostante i dialoghi un po’ inconsistenti e la struttura della storia un po’ vacillante.

Un’infermiera di nome Laura di Stefano Viali, prodotto dall’ingegnosa e giovane Fake#Factory,  narra l’inquietante solitudine mentale di Pietro che si ritrova in un umido e angosciante ospedale dove la lotta di potere, prescritta dalla conturbante infermiera Laura, codifica l’assurdità di questo non luogo, che diventa l’unica certezza di un’identità perduta.
La costruzione drammaturgica circolare somministra tensione continua attraverso l’uso di dialoghi puliti e lineari, luci e ombre accattivanti, interpretazioni sublimi.

to be continued…

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