L’orgoglio è di tutti! Non sprechiamolo

Ieri sabato 3 luglio è stato il giorno del Roma Pride.
Io non c’ero, perchè sarei andata solo per sentire della musica allegra e per assistere alla capricciosa creatività di costumi, carri, piume e pailletes.

Sì, c’è un leggero tono polemico in queste parole che si unisce, seppur per delle ragioni diverse, alla voce di tanti altri (ma non voglio entrare nel merito della questione perchè non sono sufficientemente informata dei fatti) che, come me, rivendicano a gran voce i diritti civili per chi ha semplicemente gusti sessuali differenti.

Manifestare è un diritto, un dovere, ma anche un’opportunità per dimostrare ciò che si è veramente e non fenomeni da baraccone (lo scrivo con la morte nel cuore) come purtroppo l’immaginario omosessuale continua ad essere da essi stessi rappresentato.

Amo la musica festante e i colori dell’arcobaleno, simbolo dell’armonia delle diverse sfumature di un unico grande colore, quello variopinto dell’umanità.

Ma la bandiera dei diritti civili dovrebbe smettere di sventolare sulle note degli ABBA  e di Madonna per svelare finalmente i reali volti delle diverse umanità appartenenti all’unica grande comunità civile di cui tutti facciamo parte e che è mossa, oggi più che mai, dall’urgenza della riconoscibilità attraverso le difficili conquiste sociali e politiche di tutti i giorni.

Diamo voce non alla rabbia, né tanto meno alla vacuità di spettacoli e balletti, ma alla legittima richiesta di riconoscibilità, laicità, autodeterminazione e comunicazione aperta e pacifica con le vecchie istituzioni attraverso proposte politiche concrete e strutturate.

Il rumore della rivendicazione deve essere colorato, divertente, ma il diritto va reclamato con una lotta pragmatica che affila piuttosto le armi dell’ironia come i meravigliosi manifesti del pride napoletano, estremamente più rappresentativi della comune collettività omosessuale.

Il pride è di tutti e appartiene alla comunità umana tutta, perciò io dico NO ai cartelli “Ero etero, ma sono guarita“! Perché la sessualità è una scelta emozionale e non una malattia, nè da un lato, nè dall’altro.
Si lotta insieme, nella diversità, ma uniti da un unico grande diritto, la civiltà e l‘integrazione contro l’unica grande perversione,  il clima di violenza e odio che si sta manifestando troppo spesso soprattutto nella nostra solare Capitale.

Qui i manifesti del Napoli Pride.



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